Borgo medievale

A Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti della Sabina, dove è un importante archivio municipale ed una superba selva. [...] Scura e pittoresca, sorge su di un colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, e a sinistra di un profondo scoscendimento, dominato da una rupe, sulla quale si leva un oscuro gruppo di case, circondato da mura scure e coronato di torri. Questa è Aspra, la Casperia dei Romani, vero nido di aquile, inaccessibile ed inattaccabile. Era mezzodì, ma l’aria era lassù ancora fresca e leggera. Dopo i molti e lenti giri che la strada fa nella valle profonda, cominciammo alfine a salire la montagna faticosamente, e giungemmo dinanzi alle mura. Qui il cocchiere si arrestò, e mi spiegò che il paese non aveva strade praticabili. Scesi allora e mi avviai verso la porta. Ferdinand Gregorovius, 1861

Il centro storico di Casperia (già Aspra) è uno straordinario esempio di architettura medievale: la struttura del paese è «a bulbo di cipolla», con strade a cerchi concentrici che via via si restringono, inerpicandosi sui versanti del colle sino a culminare in piazza S. Giovanni Battista ove si erge l’omonima chiesa parrocchiale.

L’abitato è raccolto nelle mura del 1282 – definite da Giuseppe Filippucci Giustiniani «un vero capolavoro di architettura militare e di consumata arte difensiva del XIII secolo» – in cui si può accedere (esclusivamente a piedi) solo attraverso Porta Romana (ad ovest) e Porta di S. Maria (a nord-est); su quest’ultima, detta anche Porta Reatina, si può ammirare un orologio che segna l’ora canonica medievale. Della prima cinta muraria, risalente all’XI secolo, resta l’arco di via Garibaldi, denominato «Arco Vecchio» o «Arco di Mezzo».

Amplissimo il panorama che da piazza Umberto I (comunemente chiamata dalla popolazione «piazza Macello») si apre sulla valle del Tevere dominata all’orizzonte dal Monte Soratte. Da un’estremità all’altra delle mura, a nord-ovest per via Rivellini, si giunge davanti a Caprignano con i colli umbri all’orizzonte; mentre a sud-est, per via Nardi Bruschi, ci si può sporgere dal torrione che domina il piazzale Oddo Valeriani e godere la vista del cuore dei Monti Sabini.

Torrioni, camminamenti, rivellini, feritoie, casematte, percorsi obbligati sono i testimoni della storia e delle origini medievali di Aspra.

L’abitato di Casperia è uno dei pochi paesi in Europa il cui centro storico è totalmente e naturalmente inaccessibile alle automobili, risultando una grande isola pedonale. Percorrendo tutta via Orazio Massari si compie un semicerchio tra i due ingressi.

Su di una collina aguzza, Aspra ci appare come uno sciame agglutinato di case grigie e di tetti ocra, stretti da una cintura di mura e di torri lacerate, guastate dagli assalti dei guerrieri e dai terremoti, rovinate pure dall’opera degli abitanti che le hanno foracchiate di porte e di finestre o “abbellite” con tettoie e balconi. Attraverso questi acconciamenti pittoreschi, bisogna immaginare la città antica, severa e sempre pronta alla difesa: straordinaria visione è questa agglomerazione che si erge furiosa in mezzo a boschi, a colline coltivate ad oliveti e vigne, le stesse vigne di cui Numa, il re sabino, aveva insegnato l’arte e la cultura ai pastori selvaggi di allora. Davanti alle porte del paese bisogna fermare la vettura e attaccare i cavalli, poiché non ci sono strade, ma solo viuzze a gradini: le piazzette, gli archi, i cammini di ronda, quasi tutto è rimasto come mille anni fa. Giovanni Fattori, 1899

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