I cerri monumentali di Valle Ferrara

On 20 dicembre 2013

Ai numerosi validi motivi per visitare Casperia – alla quale www.salutepiu.info ha dedicato diversi articoli – se ne aggiunge ora un altro: i cerri monumentali di Valle Ferrara.

Usare il plurale è d’obbligo. Infatti, questa ampia radura nel bosco nel territorio dell’antica Aspra, è patria non di un albero monumentale, ma di un intera “tribù” di Quercus Cerris, come direbbero i botanici . Una popolazione di cerri secolari le cui chiome raggiungono diametri tra i 20 ed i 30 metri, le cui cime superano i venti metri e le cui circonferenze sono un problema da misurare. Almeno una decina di piante, difese da questa Sabina di montagna così selvaggia e diversa da quella delle colline coltivate ad ulivo che siamo abituati a conoscere.

Ma andiamo per ordine. In Val Ferrara ci si arriva anche in fuoristrada. Ma non mi sembra una soluzione onorevole ! Alessia (ovvero il nostro Art Director) ed io abbiamo scelto di andarci giustamente a piedi in un soleggiato 8 Dicembre (2013). Sosta a Casperia in piazza per fare il punto sul percorso con Marco Cossu, instancabile Assessore al Turismo di questo Comune. Poi, via alla volta dei Cerri.

In realtà il percorso – durata un’ora e un quarto se non si eccede nelle “soste panoramiche” – non è difficile da determinare né sulla carta né sul terreno ma avere appresso la mappa dell’Istituto Geografico Militare è opportuno. Quella che fa al caso nostro è la Foglio 357 Sez. IV – Roccantica.

Tutto ciò detto, superato sulla Provinciale il bivio per Casperia, proseguite verso la frazione di Santa Maria di Legarano. Qui dovete abbandonare la Provinciale imboccando la traversa di desta che costeggia la chiesa. La strada – in parte asfaltata ed in parte bianca – procede per circa 2.5 km. Voi dovete arrivare fino al termine della carrabile poiché è da lì che parte il sentiero.

Lasciate la macchina e incamminatevi. Effettivamente, l’inizio è veramente in salita ma la pendenza andrà mano a mano diminuendo lungo il percorso. Continuate a salire per circa 500 metri e – raggiunta quota 705 s.l.m. - state molto attenti. Infatti, dovete abbandonare il sentiero che state percorrendo per imboccarne uno sulla vostra destra. Si tratta di un sentiero in salita che forma un angolo acuto rispetto a quello che state percorrendo, praticamente come se tornaste indietro.

A questo punto, non vi resta che procedere sempre dritti camminando in costa al Monte Mosca. Il sentiero è ancora ripido per un po’, diciamo fino all’incirca a quota 850, poi diventa piacevole. Godetevi il bosco e le sue luci ed ombre. Quando sulla destra comparirà il greto di un fosso sarete certi di essere sul percorso giusto. Di lì a un po’ il sentiero incrocerà perpendicolarmente il Fosso Colle Carraro. Passatelo ed il più è fatto: un ultimo sforzo e vi ritroverete nella grande radura di Valle Ferrara a quota 975 slm., ai piedi del Monte Porcu Mortu.

Adesso guardatevi intorno per prendere confidenza con i cerri giganti. Veramente uno spettacolo bellissimo. Su uno dei bordi della radura vedrete un edificio della Forestale a monte del quale si trovano le piante più grandi.

Prima dell’escursione, vi consigliamo la lettura del capitolo dedicato ai cerri di Valle Ferrara nel libro Alberi monumentali del Lazio di Valido Capodarca ed Eno Santecchia, ed. Scocco (2011). Potrete trovare il testo anche direttamente cercandolo in internet.

Il Cerro maggiore della Valle Ferrara ha una circonferenza di 6,25 m., un’altezza di 25 ed una chioma di 31 metri di diametro. La sua età è stimata in 400 anni. Citando testualmente il libro di cui sopra, sappiate che: “La sua circonferenza lo pone al secondo posto tra i suoi congeneri nella regione e al terzo posto in Italia, preceduto, oltre che dall’esemplare di Sant’Angelo di Amatrice, anche da quello di Villa Demidoff a Firenze. La sua espansione in larghezza e altezza potrebbe collocarlo invece al secondo posto, alle spalle del suo grande fratello del Parco della Quercia di san Marcello Pistoiese. Lungo la strada che conduce ad esso, e lungo i bordi dell’ampio pascolo che si apre davanti alla sua chioma, oltre una decina di esemplari hanno circonferenze attorno ai quattro metri e diametri di chioma fra i 20 e i 30 metri”.

Credo che sia proprio il diametro della chioma a lasciare maggiormente stupiti: parliamo di proporzioni gigantesche e spettacolari. D’inverno, l’intreccio delle ramificazioni, privo di foglie, è ancor più affascinante. Comunque, tanto per darvi la sensazione visiva di quali giganti stiamo trattando, la photogallery contiene una mia foto accanto ad uno dei cerri in questione. La punta delle mie mani è a circa 2.30 m.: fate voi le vostre considerazioni.

Se volete godervi una meritata sosta, tenete presente che Valle Ferrara ha anche un’area attrezzata per i pic nic: basta approfittarne!

 

Articolo di Fabrizio Sciarretta tratto da Salute più

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