Debiti fuori bilancio e crisi economica. Quanto ci costano?

Il bilancio di previsione appena approvato è il risultato di una serie di fattori, interni ed esterni all’amministrazione comunale, che ci portano all’assunzione di responsabilità davanti alla popolazione di Casperia.

Primo fra tutti, quella sfilza di debiti fuori bilancio provocati da sentenze giudiziarie che vede condannato il nostro Comune – l’ultimo dei quali ammonta a 110mila euro – che in tre anni ci ha costretti a contrarre mutui per una somma di quasi 400mila euro, con il triste risultato di ridurre drasticamente la capacità di indebitamento, ovvero di realizzare opere pubbliche.

Tutto ciò ci costringe a pagare per trenta anni 26.825,86 euro di rate annue di mutuo. Somma che equivale a circa il 40% della capacità di indebitamento del Comune, che si traduce con un 40% in meno di investimenti sul territorio. Bisogna aggiungere, poi, le spese legali pari a 58.500 euro che abbiamo rateizzato fino al 2013. Come non ricordare anche il debito di circa 60mila euro nei confronti dell’Enel per fatture insolute coperto nel 2010 con la vendita di un bosco comunale. Altri soldi che potevano essere utilizzati per investimenti sul territorio.

A metà strada tra fattore interno ed esterno all’amministrazione comunale è, invece, la recente comunicazione pervenutaci dal Ministero dell’Interno che ci chiede di restituirgli la somma di circa 45mila euro, utilizzata dalla precedente amministrazione pur conscia di non averne diritto. Oggi questa colpevole superficialità non fa altro che peggiorare la situazione finanziaria del nostro Comune, costringendoci a manovre difficilissime che, ancora una volta, riducono le capacità d’azione dell’amministrazione comunale.

E siccome la somma fa il totale, la cifra esborsata in meno di tre anni è di 220.500 euro a cui si aggiungeranno 7mila euro di ammortamento per trenta anni dovuti al debito di 110mila euro. Per non parlare poi dell’emergenza neve dell’ultimo inverno che abbiamo fronteggiato affrontando costi pari a circa 18mila euro.

Ci troviamo ad affrontare, contemporaneamente, la terribile congiuntura economica che sta attanagliando e mettendo in crisi non soltanto l’Italia ma l’Europa intera. Riforme e tagli alla spesa pubblica sono ormai all’ordine del giorno, costringendo tutta la macchina amministrativa a lavorare non solo “senza carburante” ma anche in una situazione di incertezza cronica che ci impedisce di fare progetti a lungo termine.

La Regione Lazio ci comunica costantemente l’impossibilità di investire somme nei suoi capitoli chiave di bilancio, come i lavori pubblici e i servizi sociali, con gravi danni sul territorio. Si chiudono ospedali, si ridimensionano gli istituti scolastici, si lotta quotidianamente su ogni fronte e ogni giorno c’è una norma che cambia. La Provincia di Rieti non conosce il proprio futuro e anch’essa vive e fa vivere ai Comuni uno stato di confusione istituzionale e, di riflesso, politica. Questo è un territorio che lotta ogni giorno. I sindaci in primis rispondono ai cittadini; oggi è estremamente difficile prendere una decisione anziché un’altra; spesso, purtroppo, non possiamo nemmeno prenderla.

Nonostante questa pesante situazione, l’Amministrazione comunale, per non pesare in maniera insostenibile sulle spalle dei contribuenti, ha scelto di non aumentare i tributi e le tasse se non per quel poco che richiede la legge e toccando solamente i redditi e i patrimoni medio-alti, sacrificando così alcuni punti del programma amministrativo con cui ci insediammo nel 2009. Non allineandoci alla scelta, come legittimamente hanno fatto molti altri Comuni, di elevarle in questo momento anche al massimo previsto dalla legge.

Stefano Petrocchi